L’esperimento di Huawei con il suo P30 Pro diventa una sfilata. Vera.

L’intelligenza artificiale si spinge là dove nessuno aveva mai osato arrivare. L’ardire è della cinesissima Huawei, colosso nella produzione di smartphone, che con il suo modello top di gamma, il P30 Pro, ha dato vita a un progetto in cui la tecnologia si coniuga alla perfezione con la creatività umana in una delle sue massime espressioni: la moda.  

Il progetto delle meraviglie si chiama Fashion Fair e vede il mondo della moda prendere forma all’interno degli algoritmi di un’AI capace di dare vita ad abiti veri e propri, mutuati poi dall’intervento umano, grazie alla collaborazione con la stilista cinese Anna Yang, direttrice del brand Annakiki.

“E’ stato un partner straordinario, che mi ha offerto nuove ispirazioni e infiniti spunti di lavoro. Co-creare insieme è stato per me estremamente stimolante e sono certa che in futuro la tecnologia giocherà un ruolo sempre più distintivo anche nel mondo della moda, aprendo scenari completamente nuovi che oggi possiamo solo immaginare.” – ha detto Yang.

L’intelligenza artificiale del P30 Pro è stata messa alla prova e anche grazie al lavoro di un team di sviluppatori italiani, la doppia unità di calcolo neurale presente nello smartphone del marchio asiatico ha dato vita a una collezione di abiti. Una collezione che ieri sera ha sfilato in passerella a Milano, non a caso, proprio lì, nella capitale della moda.

Una sfilata a cui hanno participato, tra il pubblico, esponenti del mondo della moda e della tecnologia, in un esempio di riuscita contaminazione. Make-up artist e hair-stylist d’eccellenza per l’evento è stato Aldo Coppola. 

Lo strabiliante risultato è stato raggiunto grazie a un allenamento ferro a cui l’AI del P30 Pro è stata sottoposta. L’intelligenza artificiale è stata messa davanti a circa 30mila immagini di sfilate, le più iconiche della storia della moda degli ultimi cento anni.

Da questo duro allenamento è nata un’applicazione capace di disegnare a sua volta abiti mai visti primi e frutto di un’analisi delle preferenze e dei gusti degli utenti. 

L’app ha saputo gestire tutto, dal colore alla texture degli outfit, dalla lunghezza al modello, producendo 20 abiti della collezione Annnakiki per Huawei che ieri hanno colorato Milano e presto saranno in vendita per chiunque voglia avere nel proprio armadio un capo davvero inedito, frutto di un processo creativo unico fino a questo momento. 

“Perché non lasciarsi contaminare da ciò che può fare una macchina e incorporare la proposta dell’intelligenza artificiale nel processo creativo che porta alla definizione del look?” Si è espressa così, con una domanda retorica, Yang, la mente umana della collezione. “Questa capsule collection è solo l’esempio di ciò che sarà possibile realizzare” – ha dichiarato con orgoglio la stilista.  

E noi non vediamo l’ora di provarla questa capsule collection unica nel suo genere.

La Redazione